Lettere e commenti di Ernani Costantini sulle Donne della Bibbia  
                     
                     
    Tra i documenti scritti sul ciclo pittorico sulle Donne della Bibbia lasciati da Ernani, vi sono anche sue lettere sul lavoro in fase di esecuzione e successivi suoi commenti.
Si riportano brani di una selezione di interessanti testi, significativi del complesso approccio dell’artista alla impresa pittorica, sintesi di esperienze culturali articolate e diversamente maturate su associazioni letterarie, pittoriche, musicali, emozionali, compendio di multiformi esperienze che, come si augurava Ernani, si presta ad infinite interpretazioni.
           
                     
                     
                     
                     
                     
                     
                     
Da una lettera ai critici Guido Perocco e Paolo Rizzi*        
                     
                     
    Carissimi, non vorrei che vi meravigliaste del fatto che indirizzo questa lettera a tutti e due. Avendo lo stesso scopo, dovendo dire le stesse cose e data anche la nostra amicizia, ho pensato di poterlo fare. […] Dopo incertezze e tentennamenti durati alcuni anni mi sono deciso ad affrontare un’impresa pittorica della stazza di quelle che usavano un tempo: un ciclo di quadri (12 per l’esattezza) su un unico tema; come un grande racconto […]
Sono fra quei pochi al mondo che ancora dipingono illudendosi che la pittura serva ancora a raccontare storie comprensibili a tutti, ad esprimere sentimenti e pensieri, a fare poesia. […] Sono ispirati a personaggi della Bibbia pur non essendo destinati ad una chiesa ma solo per essere esposti e “letti” con l’aiuto di apposite didascalie prese dalla S. Scrittura. […]
È la storia della Salvezza vista ed interpretata con un’ottica personale, attraverso queste figure di donne che Dio ha messo nel cammino dell’umanità. Alcune di esse hanno dato un corso alla storia; tutte alla nostra coscienza […].
 
Dalila e Sansone pastello   studio compositivo per Dalila e Sansone
         
     
         
                     
    * Minuta dattiloscritta di E. Costantini, novembre 1984            
                     
                     
                     
                     
Da due lettere a Don Antonio Tarzia presso la Pia Società San Paolo a Milano*        
                     
                     
studi per Salomé danzante
 
Primi studi per la danza di Salomè
  Ora, dopo una lunga serie di lavori eseguiti per le chiese di Venezia e del Veneto, ho dato l’avvio – anzi sono quasi alla fine – di un ciclo pittorico che andavo ruminando da anni. È dedicato a “Le donne della bibbia da Eva a Maria” […] ne ho scelte dodici ma avrebbero potuto essere cinquanta. Le ho scelte per simpatia o forse perché sono quelle che nelle lunghe letture mi sono apparse più vive davanti a me, o mi sono rimaste nel ricordo […]. Non so. Dovevo fare un piano di lavoro misurato sulle mie forze ( sarebbe meglio dire sulle mie debolezze ?) […].

I miei quadri […] Pur essendo – suppongo – di facile lettura, non hanno carattere meramente illustrativo. Anzi ! Invenzioni, colore, ritmi compositivi tendono ad interpretare pittoricamente in chiave personale – emotiva e simbolica – le storie e i personaggi presi in considerazione. […] Si tratta dunque di una sintesi di esperienze culturali da epoche diverse giacché le emozioni ricevute dalla lettura biblica si associano a ricordi letterari […] dai ricordi della grande tradizione pittorica a “sensazioni” etniche, geografiche, se non addirittura musicali. Un po’ il compendio di multiforme esperienze […] insomma un’opera che si presta – spero – ad infinite interpretazioni […]
 
Dalila e Sansone matita   studio compositivo per Dalila e Sansone
         
convitati di Erode
         
Studio per Salomé: il banchetto
         
           
   

* Minute dattiloscritte di E. Costantini, gennaio e febbraio 1985.
In quel periodo Ernani Costantini aveva partecipato alla mostra collettiva tenutasi a Milano sul tema
San Paolo nell’arte contemporanea con il suo Trittico della Carità

 
                     
                     
                     
                     
Da una lettera a Giorgio Segato *            
                     
linee costruttive di Betsabea   Stamattina ho ricalcato su carta leggera alcune riproduzioni delle mie donne con l’intenzione di analizzarne la struttura compositiva ed i suoi ritmi. Anche di questo ti devo ringraziare perché la tua frase “[…] la scena si svolge in un pomeriggio avanzato di mossa atmosfera e di gestualità recitante […]” a proposito di Rebecca, mi ha fatto pensare a quel ritmo musicale “largo maestoso” cui mi rifacevo mentre componevo il quadro.
Da ciò a pensare allo schema geometrico di contenimento e di ordinamento presente sempre nei miei studi iniziali per le decorazioni delle chiese ed in tutti i miei dipinti compresi dunque quelli del ciclo biblico, non c’è voluto molto. Mi sono messo a controllare, ad analizzare quanto avevo fatto e non ricordavo più. Mi sono tornati in mente certi concetti che avevo comunicato in una serie di conversazioni sul disegno (e sul segno) tanti anni orsono, (ormai mio indistruttibile bagaglio culturale ) sulle suggestioni, sull’impatto psicologico dei segni con l’osservatore: la pace, il senso infinito nell’orizzontalità; l’ascesi, la tensione nella verticalità; il tormento, l’incubo nelle linee spezzate, […] e così via. Ed ho riscontrato divertendomi che quasi a mia insaputa queste idee sono presenti nei miei quadri sulle donne […]”
  linee costruttive di Giuditta   Due degli schemi disegnati dal pittore ricordati nella lettera a Giorgio Segato.
A sinistra Betsabea, a destra Giuditta.
                     
    * Minuta dattiloscritta di E. Costantini, aprile 1987            
                     
                     
                     
                     
Da perché ho dipinto “le donne” *            
                     
                     
    […] se da un lato il tema rappresenta quanto di più vicino ci può essere alle connotazioni relative ad una estrazione decisamente cattolica, i risultati evidenziano aspetti che possono per lo meno suscitare una certa perplessità […] in quanto, ad un primo impatto, l’opera nel suo insieme può dare l’impressione di un palese laicismo o, quantomeno, di una sottintesa elusione dei significati religiosi presenti nel Libro. Il che non è vero. Perché proprio a quei significati ho voluto riferirmi dipingendo questi dodici quadri. Solo che, dal lungo contatto col tema, sono stato condotto a considerare quelle donne, finalmente donne in carne ed ossa come in realtà furono e come, vive, rimbalzano dal racconto biblico […].
[…] Ho voluto dunque, per quanto possibile, togliere loro quell’aureola ormai spenta di fittizia sacralità per immergerle nella loro condizione esistenziale, nel loro destino, che fu destino di spirito ma anche di carne e di sangue. Farle diventare dunque, per quanto mi era concesso dai risvolti morali del tema e dalle mie capacità di pittore, persone vere e viventi e non imbalsamate in una stantia e non sempre illuminata iconografia tradizionale […].
[…] In quasi un anno di lavoro, a tu per tu con le grandi superfici bianche delle tele che andavano lentamente coprendosi di segni e colori, ho ricevuto conferma, per me prima e spero per chi si imbatterà in quest’opera poi, il grande dono che Dio fece ad Adamo e per lui a tutti noi in questa grande storia dell’Uomo che Egli “maschio e femmina “ creò.
 
studio per il torso di Oloferne   Studio per Giuditta: Oloferne
         
studio di drappeggio   Studio per Giuditta: drappeggio Oloferne
         
                     
    * Minuta dattiloscritta di E. Costantini, (appunti per conferenza?) ottobre 1985            
                     
                     
                             
                             
  © Famiglia Costantini